CORRIERE DELLA SERA - BLOG IO DONNA

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_Lifestyler Sergio Colantuoni 
_si parla di book-à-porte

In Largo della Cultura, è il caso di dire, di nome e di fatto, ieri si è conclusa la 2°edizione di Book Pride, che vede gli editori indipendenti in fiera.

Grande successo di affluenza e di critica. Io ho girato un po’ ignaro e sono rimasto stupito dalla quantità di belle copertine, e dal fatto che ognuno degli editori abbia la sua specifica peculiarità.
Parlare con ognuno di loro, per quanto ho potuto, mi ha fatto conoscere persone positive, soddisfatte e appassionate del loro lavoro.

Atlantide edizioni con lo strano logo che affiora, come nel mito, dalle acque, con copertine in carta Chagall tutte in stile inizio secolo scorso.
Becco Giallo che progetta, realizza e pubblica fumetti d’impegno civile.
La Nuova Frontiera, con la narrativa di autori in lingua spagnola, catalana, portoghese, africana, messicana, argentina, cilena e brasiliana.
Unici poi i piccoli taccuini della casa editrice Henry Beyle, stampati in tipografia e cuciti a mano, che non mi hanno fatto neanche sfogliare per la loro delicatezza. Raccolgono pensieri di autori autorevoli come Proust, Benjamin, Caproni, Saba e tanti altri.
Libri d’artista quelli di Sartoria Utopia, mini casa editrice di Francesca Genti e Manuela Dago, che realizzano pezzi unici dove la forma segue, il più possibile, il contenuto.
Sembra una sorta di Ipad, invece è un book à porter, ovvero un portalibro artigianale per proteggere la copertina e le pagine del libro quando trasportato in borsa, con tanto di taschina porta lapis.
E poi la Kellerman, con i suoi famosissimi quaderni di cucina, ognugno dedicato ad un prodotto, scritti a mano come un vecchio ricettario.
La Giuntina invece, si occupa esclusivamente di opere di argomento ebraico.
Tsunami edizioni è specializzata nella pubblicazione di libri musicali in ambito hard rock, metal, progressive e gothic.
Le Edizioni Voland poi, casa editrice fondata dalla slavista Daniela di Sora, prediligono tradurre autori di lingua slava.

Che dire, tutelare la bibliodiversità, e aggiungo anche la filmdiversità, è d’obbligo. Non si può sottostare ai monopoli. Milano si proclama sempre un fulcro per l’iniziativa non convenzionale.

I love Italy, I love made in Italy.